Scatizzi – Senza titolo
Scatizzi

Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con […]
- Tecnica: Tecnica mista su tegola
- Dimensione: 25x30
- Codice prodotto: SMAS001
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DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. Quello concepito da Sergio Scatizzi è un chiaro esempio di paesaggio espressionista. La realtà viene interpretata in modo estremamente sintetico, con un esercizio di riduzione notevole. La superficie è completamente bidimensionale, senza concedere nulla alla profondità spaziale. Il paesaggio è costruito tramite una semplice stratificazione del colore. Le stesse cromie non hanno del tutto aderenza con la realtà, prestandosi ad un’interpretazione più spirituale che naturalistica.
L’opera è uno dei bellissimi paesaggi ai quali Sergio Scatizzi dedicò gran parte della sua produzione. Per l’artista toscano gli elementi fondamentali d’espressione sono costituiti dal colore e dalla pennellata. Benchè saldamente collegata ad una concezione figurativa la pittura di Scatizzi è profondamente materica e gestuale. Il colore viene distribuito in porzioni dense, corpose, che quasi danno rilievo alla superficie del dipinto. Il gesto è fondamentale, in grado di dare forma all’oggetto con pochi tocchi essenziali. In particolare, in questo dipinto, possiamo notare come Scatizzi crei una netta contrapposizione tra terra e cielo/mare in una equilibrata suddivisione di zone cromatiche che quasi lo porta ad adottare un’estetica di tipo espressionista- astratto. Il risultato è una raffigurazione potentemente viva e vibrante, in una interpretazione del fare pittorico che parte dalla tradizione post-impressionista per giungere ad una straordinaria contemporaneità.
Sergio Scatizzi è nato a Gragnano in provincia di Lucca nel 1918 ed è scomparso a Firenze nel 2009. La sua formazione avviene dapprima a Roma, influenzato dalle figure di Mario Mafai e Antonietta Raphael. In seguito si trasferisce a Parigi. Nel 1938 torna in Italia e si dedica alla sua Valdinievole i cui paesaggi saranno sempre protagonisti nei suoi quadri. Durante la sua carriera ha avuto un’intensa attività espositiva. Nel 1950 ha partecipato alla Biennale di Venezia.