Sergio Nardoni – Piccolo studio per Roberta in poltrona

Sergio Nardoni – Piccolo studio per Roberta in poltrona

Neroni Sergio

  • Tecnica: Olio su cartone telato
  • Dimensione: 20x30

  • Certificato: Certificato di Autenticità
  • Codice prodotto: DMAS002

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DESCRIZIONE

Per quanto riguarda i soggetti in cui viene ritratto lo stesso artista nel suo studio o raffigurato all’opera, si può partire da illustri esempi già nel XVII secolo, in concomitanza con la presa di coscienza del ruolo dell’artista: possiamo citare “Lo studio dell’artista” di Vermeer o “Las Meninas” di Velàzquez. Questo tipo di soggetto ha avuto un certo successo anche nel XIX secolo, con l’avvento delle correnti realiste nella Storia dell’Arte europea, e l’esempio più famoso, a tale riguardo, rimane proprio “L’atelier dell’artista” di Gustave Courbet. In questo caso Sergio Nardoni inventa un soggetto molto particolare, in linea con il carattere magico e iperrealista della sua pittura. Quella che ci propone Nardoni è la stessa visuale del pittore, che inquadra il soggetto da ritrarre in una stanza vuota, sospesa in un silenzio metafisico.

La modalità in cui Sergio Nardoni realizza i suoi dipinti trae ispirazione dalle correnti iperrealiste. L’Iperrealismo mira ad una rappresentazione della realtà totalmente oggettiva: la volontà dell’artista è quella di riprodurre ciò che ha davanti agli occhi senza alcuna interpretazione. In questo senso l’estetica iperrealista costituisce anche un paradosso, spesso ricercato coscientemente dagli artisti. Infatti, anche grazie all’uso di tecniche molto aggressive e all’uso di gamme cromatiche brillanti, si raggiunge una resa del dato naturalistico talmente pura da sembrare illusoria, volutamente finta. L’iperrealismo di Sergio Nardoni si rivolge spesso alle stanze. Interni di abitazioni, camere che l’artista imprime sulla tela con la sua lucidità oggettiva. La presenza della vita è ridotta al minimo, delegata alla sola esistenza di oggetti usati chissà da chi. Si percepisce, in questi interni, dunque un senso di immobilità, di sospensione irreale. Tanto che, unitamente al fatto che formalmente Nardoni pratica un realismo volutamente illusorio, si può parlare di un linguaggio estetico metafisico. Questo tipo di istanze vengono ribadite da Sergio Nardoni anche quando protagonisti delle sue opere sono personaggi dai raffinati richiami simbolici, come saltimbanchi, maschere o personaggi del circo.

Sergio Nardoni è nato a Firenze nel 1947, città in cui vive e lavora. Dipinge fin dalla tenera età e si forma presso l’Accademia di Firenze. Allievo di Loffredo e Manfredi si rivolge, inizialmente, alla pittura concettuale. Tuttavia, dopo aver conosciuto Bueno ed Arrigoni, il suo linguaggio subisce una svolta nel senso di un recupero dei valori plastici e formali che lo porteranno ad assumere uno stile definitivamente iperrealista.


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