Ugo Attardi – Enea
Attardi Ugo

Scultura originale in bronzo eseguita secondo il procedimento “fusione a cera persa”.
- Tecnica: Fusione a cera persa
- Dimensione: 44x38x17
- Anno: 2001
- Certificato: si
- Tiratura: XXII/XXV
- Codice prodotto: PABO001
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DESCRIZIONE
Scultura originale in bronzo eseguita secondo il procedimento “fusione a cera persa”.
Da sempre la figura umana è stata al centro della ricerca artistica. Fin dall’età classica la resa naturalistica dell’anatomia umana è stata uno degli obiettivi principali di pittori e scultori di tutti tempi. La rappresentazione del nudo è la massima espressione di questa aspirazione, trasversale a tutte le epoche e a tutte le correnti stilistiche. Infatti oltre alle interpretazioni naturalistiche, proprie del Rinascimento e dei vari classicismi, che mirano ad una rappresentazione veritiera e dettagliata del corpo umano, il nudo è stato protagonista anche all’interno delle nuove concezioni estetiche portate dalle avanguardie storiche, come nel Cubismo, nell’Espressionismo e nel Surrealismo. Le sculture dell’artista Ugo Attardi partono sempre da uno studio della figura umana per focalizzare la propria ricerca sui valori plastici. Tuttavia il nudo, in Attardi, assume sempre una valenza simbolica, come rappresentazione, umanizzata di un concetto.
In questa scultura Ugo Attardi crea una figura di grandissima forza espressiva, allo stesso tempo concreta e trascendentale. L’anatomia flessuosa del soggetto, ispirata allo “Zeus di Capo Artemisio” trova riscontro anche in una ostentata staticità e in una sintesi formale che esalta i valori plastici (c’è una certa somiglianza con le figure di William Blake). La composizione è intonata ad un perfetto spirito di armonia unitaria. La figura, infatti, interagisce perfettamente con lo spazio creato dall’apertura delle braccia secondo rapporti di proporzione geometrici (come nell’Uomo Vitruviano di Leonardo).
Ugo Attardi, nato a Sori nel 1923 e scomparso a Roma nel 2006 è stato un pittore e uno scultore. Dopo un inizio di carriera astratto, in cui aveva aderito al gruppo Forma 1, negli anni ’50 si orienta verso l’Espressionismo, ispirandosi a Bacon e a Grosz. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma ed ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.