Ugo Attardi – L’uomo e l’aurora
Attardi Ugo
- Tecnica: Scultura in bronzo
- Dimensione: 39x36x7
- Anno: 1997
- Certificato: si
- Tiratura: Esemplare 382/450
- Codice prodotto: MDID001
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DESCRIZIONE
L’iconografia di questa opera ha sicuramente dei valori allegorici e può essere definita, in qualche modo, simbolista proprio per la sua allusione a significati sottesi. E’ un tipo di soggetto che può essere ricollegato al linguaggio artistico di pittori di fine Ottocento come Moreau, Böcklin o Puvis des Chavannes, che pur usando un linguaggio sostanzialmente figurativo elaboravano iconografie intellettualmente complesse, piene di riferimenti simbolici e allegorici.
In questa scultura Ugo Attardi crea una figura di grandissima forza espressiva, allo stesso tempo concreta e trascendentale. L’anatomia poderosa del soggetto trova riscontro anche in una ostentata staticità e in una sintesi formale che esalta i valori plastici (c’è una certa somiglianza con le figure di William Blake). La composizione è intonata ad un perfetto spirito di armonia unitaria. La figura interagisce perfettamente con lo spazio creato dal globo con un preciso riferimento all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci.
Ugo Attardi è uno degli artisti che ha plasmato l’arte italiana per più di 50 anni. Nasce nel 1923 a Sori. Per lui un “vero artista” sarebbe il demiurgo che ha il potere di mutare l’oggetto in soggetto di stupore e di meraviglia rivelatore dell’essere. La verità che Attardi vuole attingere nelle sue opere è la rivelazione della loro segreta bellezza nel momento in cui trova forma il loro essere”. A poco più di 20 anni è tra i firmatari del manifesto di Forma 1 sulla linea di un’astrazione geometrica di cui resta traccia nella scomposizione cromatica dei paesaggi siciliani dipinti durante i viaggi sull’isola. All’inizio degli anni cinquanta si dedica ad una pittura di impostazione realista d’impegno civile, cui segue un ulteriore mutamento del linguaggio verso temi di scene d’interni incastrate a vedute urbane in esterno. Dopo l’esperienza di redattore della rivista Città aperta (1957), compaiono nelle sue opere erotismo e violenza. Dal 1967 si dedica alla scultura e alla narrativa e sviluppa l’attività grafica e disegnativa, nella quale la plasticità dei contrasti chiaroscurali si alterna alla riduzione del segno in forme elementari ed essenziali.