Ugo Davila – Grano e Granoturco
Davila Ugo
Il genere della “Natura Morta” vede la luce agli inizi del XVII secolo. Consiste nella rappresentazione di composizioni di soggetti inanimati, nella maggior parte dei casi fiori o frutta. Se all’inizio della sua storia era un’occasione per i pittori per cimentarsi in una riproduzione naturalistica o fotografica della realtà, con l’arte contemporanea la “Natura Morta” […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 70x50
- Anno: 1979
- Certificato: Sì
- Codice prodotto: cgar001
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DESCRIZIONE
Il genere della “Natura Morta” vede la luce agli inizi del XVII secolo. Consiste nella rappresentazione di composizioni di soggetti inanimati, nella maggior parte dei casi fiori o frutta. Se all’inizio della sua storia era un’occasione per i pittori per cimentarsi in una riproduzione naturalistica o fotografica della realtà, con l’arte contemporanea la “Natura Morta” diventa anche un modo di interpretare la realtà. Infatti, come accadrà per esempio nell’avanguardia cubista o in Giorgio Morandi, la ricerca profonda sugli oggetti verrà finalizzata ad una rappresentazione concettuale, portata oltre il semplice dato sensibile.
In questo dipinto l’artista Ugo Davila ci mostra come il suo linguaggio pittorico sia sempre votato ad una fedele trasposizione della realtà sulla superficie dell’opera. Il suo interesse principale, nella natura morta, è per i valori plastici, modellati e torniti, che vengono ammorbiditi da un tenue pittoricismo, quel tanto che basta a fonderli nell’atmosfera. Per il resto il soggetto si staglia netto, con evidenza quasi iperrealista. Si nota, infatti, una volontà di riportare sulla tela oggettivamente, con fredda lucidità, i dati sensibili che il pittore ha di fronte agli occhi. La descrizione degli oggetti e dello spazio che li accoglie è estremamente particolareggiata e concreta. La luce, come in un’opera fiamminga, si espande libera, rendendo le superfici lucide di riflessi.
L’artista Ugo Davila è un pittore che si dedica soprattutto a generi classici e tradizionali come la natura morta, dividendo la sua poetica tra una visione lirica della realtà fenomenica e una ricerca sui valori plastici. Il suo fare pittorico è essenzialmente realista basato su un’eccellente tecnica che gli permette di trasferire fedelmente i dati sensibili sul dipinto.