Ugo Riva – L’Angelo
Riva Ugo
L’opera in oggetto usa un linguaggio artistico figurativo. Uno dei concetti più importanti nell’ambito della storia delle produzioni artistiche è stato quello della “mimesi”, ovvero il bisogno dell’uomo di imitare, riprodurre la natura, ciò che lo circonda. Dove con natura si intende tutto ciò che può essere compreso attraverso i cinque sensi, in poche parole […]
- Tecnica: Scultura
- Dimensione: 51x19x17
- Anno: 2003
- Certificato: Autenticità
- Stato di conservazione: Ottimo
- Tiratura: 54/150 Esemplari
- Codice prodotto: VQAUR001
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DESCRIZIONE
L’opera in oggetto usa un linguaggio artistico figurativo. Uno dei concetti più importanti nell’ambito della storia delle produzioni artistiche è stato quello della “mimesi”, ovvero il bisogno dell’uomo di imitare, riprodurre la natura, ciò che lo circonda. Dove con natura si intende tutto ciò che può essere compreso attraverso i cinque sensi, in poche parole la realtà fenomenica. Si possono considerare tendenze figurative nell’arte quelle che, nella rappresentazione del mondo, si attengono di più a questa dimensione oggettiva e sensoriale, lasciando poco spazio all’astrazione e all’interpretazione soggettiva.
La ricerca di Ugo Riva è stata indirizzata, durante tutta la sua carriera, al recupero dell’arte del passato e ad una sua rielaborazione secondo una sensibilità contemporanea. In particolare, Riva, ha sempre tenuto presente come modello l’arte classica, greca e romana. In questo Angelo però si può notare come il citazionismo di Riva non abbia dei confini prestabiliti e possa guardare anche all’arte medievale. La statua in oggetto, infatti, mostra di avere una certa sensibilità gotica, innanzitutto per le sue proporzioni esili ed elegantemente allungate, ma soprattutto per la tensione curvilinea che pervade la sua figura la quale ricorda la tipica struttura a “ricciolo”. Riva non manca di riconfigurare il suo modello applicandogli la propria poetica personale del “non finito”, lasciando grezza la superficie della statua.
Ugo Riva, scultore bergamasco, nella sua carriera artistica ha sempre propeso per una produzione figurativa. Partendo dallo studio della classicità antica ha sviluppato un grande tecnica nella resa naturalistica dei soggetti e nella precisione anatomica. In seguito la sua attenzione si è spostata su scultori contemporanei come Manzù, Arturo Martini o Marino Marini, sviluppando una ricerca verso valori espressionistici e una poetica del “non finito”.