Luciano Minguzzi – La Fortuna

Luciano Minguzzi – La Fortuna

Minguzzi Luciano

Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono […]

  • Tecnica: Fusione bronzo a cera persa e rifinitura epossidica a 5 colori.
  • Dimensione: 36 x 27 x 4
  • Anno: 1993

  • Certificato: Sanzanobi
  • Codice prodotto: MMIL001

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DESCRIZIONE

Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono correnti stilistiche emblematiche nell’aver interpretato la realtà in senso concettuale con una resa iconica delle immagini e un’interpretazione simbolica nell’uso del colore. In questa scultura a bassorilievo Luciano Minguzzi si ispira a diversi elementi che fanno parte dell’iconografia simbolica della “fortuna” come il personaggio
che precipita (simbolo della caducità e provvisorietà della fortuna) o la cornucopia ma li inserisce in una composizione talmente astratta da toccare quasi un registro informale.

L’opera è molto significativa rispetto alla libertà espressiva e formale che caratterizza la ricerca dell’artista Luciano Minguzzi. La composizione è completamente libera, organizzata in uno spazio estremamente complesso che non concede allo spettatore alcun punto di riferimento. In questa superficie, elaborata e caotica, il tema della “fortuna” viene sviluppato con alcuni riferimenti diretti estrapolati dalla simbologia tradizionale, ma ricontestualizzati in uno scenario del tutto inedito, parto della mente dell’artista. Da notare è soprattutto la tecnica con la quale Minguzzi, nella superficie limitata del bassorilievo, lavora in maniera molto complessa le forme. C’è una notevole manipolazione della materia, che connota i volumi di diverse consistenze comunicando in maniera evidente la dimensione di un fare scultoreo decisamente gestuale. L’artista plasma con le sue mani lo spazio quadrato della formella creando direttamente, insieme alle immagini, delle forti tensioni emozionali scaturenti dal suo contatto con la materia.

Luciano Minguzzi è stato il più importante scultore bolognese del Novecento, nato nel 1911 e scomparso nel 2004. Si formò inizialmente nell’Accademia della sua città, in seguito, grazie ad una borsa di studio compì dei soggiorni a Parigi e a Londra. Nel 1933 aveva già ottenuto il suo primo premio alla Quadriennale di Roma. Nel dopoguerra realizzò l’importante Monumento ai Partigiani presso Porta Lame a Bologna.


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